Oltre 130 persone hanno assistito ieri, mercoledì 13 marzo, all’incontro con
Claudio Spadoni che con una splendida conferenza ha presentato la mostra
attualmente allestita al MAR di Ravenna, di cui è direttore artistico, “Borderline.
Artisti tra normalità e follia.” Come ha spiegato Spadoni, oggi il termine
Borderline individua una condizione critica della modernità, antropologica
prima ancora che clinica e culturale. Così questa mostra intende esplorare gli
incerti confini dell’esperienza artistica al di là di categorie stabilite nel
corso del XX secolo, individuando così un’area della creatività dai confini
mobili, dove trovano espressione artisti ufficiali ma anche quegli autori
ritenuti “folli”, “alienati” o, detto in un linguaggio nato negli anni ’70,
“outsiders”.
“La fantasia priva della ragione produce impossibili mostri:
assieme a lei è madre delle arti e origine di meraviglie”. Così Goya annotava a
proposito di El sueño de la razón produce monstruos, uno dei suoi più famosi
“capricci”. Elogio della pazzia e del suo potere creativo, arte generata dalla
follia, prodotta al di fuori dei canoni codificati nelle academie, art brut
partorita negli ospedali psichiatrici e nelle carceri. Già nella cultura
europea del ventesimo secolo diversi protagonisti delle avanguardie e
psichiatri innovatori guardarono in luce nuova le esperienze artistiche nate
nei luoghi di cura per malati mentali, prendendo in esame queste produzioni sia
come sorgenti stesse della creatività quanto come una modalità propria di
essere nel mondo, da comprendere al di là del linguaggio formale.
La mostra “Borderline” allestita al MAR (Museo d’Arte della città di Ravenna), curata
da Claudio Spadoni, e dallo psichiatra e psicoterapeuta Giorgio Bedoni, rimarrà
aperta fino al 16 giugno 2013.
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