E’ stato anticipato a Sabato 7 febbraio alle ore 17.00 (e
non a Domenica 8 febbraio come indicato nel calendario invernale del Caffè
Letterario di Lugo) sempre nel Salone Estense della Rocca di Lugo, l’incontro
con Nino Benvenuti, stella di prima grandezza della boxe italiana ed entrato a far parte di
quella stretta cerchia di atleti che hanno fatto la storia dello Sport italiano
nel secolo scorso. Benvenuti, accompagnato dalla scrittore Mauro Grimaldi con
cui ha condiviso la redazione del libro, presenterà la sua ultima fatica
libraria “L’Isola che non c’è. Il mio esodo da Istria” edito da Eraclea nel
2013. Il libro non parla solo di sport e di boxe, ma tratta un argomento storico
delicatissimo come l’esodo forzato da Isola d’Istria, cittadina a pochi
chilometri da Trieste, che nel 1954 passò sotto l’amministrazione jugoslava di
Tito. A introdurre l’incontro sarà lo storico ravennate Paolo Cavassini.
Quando Benvenuti presentò qualche anno fa il suo primo libro
biografico Il mondo in pugno ci fece
conoscere la sua vita di pugile che terminò con la dura sconfitta subita ad
opera di Carlos Monzon. Un bel libro che fu per i suoi fans e appassionati
della boxe una sorta di guida per conoscere la vita sul ring e dietro le quinte
di quello che forse è stato il più grande di tutti. Ma una parte della sua
vita, i primi vent’anni, era rimasta gelosamente custodita nel suo cuore, nella
sua mente, perché probabilmente la gente non avrebbe capito. Negli ultimi anni
la storia ha avuto il suo assetto, la sua giustizia se vogliamo, facendo uscire
allo scoperto stermini etnici, foibe, avvento dei fascisti, partigiani,
comunisti, milizie Titine di quelle zone dove Nino aveva visto i suoi natali
con una famiglia perfetta, un padre e una madre innamoratissimi uno dell’altra,
e 5 figli molto legati tra loro. E’ una famiglia apparentemente felice, ma
qualcosa si rompe in questo ingranaggio quando un giorno bussano alla casa
alcuni poliziotti jugoslavi e arrestano il fratello maggiore Eliano senza un
motivo, tenendolo prigioniero per sei mesi. Da lì il giovane Nino comincia a
guardarsi intorno, a capire e a soffrire in silenzio. Trova un grande sfogo con
la boxe tempestando di pugni con guantoni approssimativi un sacco ricoperto di
stracci, foglie e granturco costruito dal padre Fernando, un appassionato della
noble art. Il suo primo maestro fu Luciano Zorzenon, che si era costruito sotto
casa una sorta di palestra. Benvenuti e Zorzenon due volte a settimana in
bicicletta andavano a Trieste all’APT Triestina dove insegnava Pino Culot e
dove si allenavano grandissimi campioni come Tiberio Mitri, Duilio Loi, Aldo
Pravisani, Nello Barbadoro. La boxe ormai era diventata la sua vita, il suo
orgoglio, la ragione per arrivare in alto, per sconfiggere le ingiustizie.
Giovanni Benvenuti detto Nino è nato ad Isola d’Istria nel 1938. Campione
olimpico nel 1960, campione mondiale dei Pesi superwelter tra il 1965 e il
1966, campione mondiale dei Pesi medi tra il 1967 e il 1970, è stato uno dei
migliori pugili italiani e uno tra gli atleti più amati dal pubblico italiano.
Ha vinto il prestigioso premio di Fighter of the year nel
1968 e il suo primo match della trilogia contro Emile Griffith è stato nominato
Fight of the year nel 1967, premio attribuito tre anni dopo anche al match
perso contro l'argentino Carlos Monzón.
La International Boxing Hall of Fame e la World Boxing Hall
of Fame lo hanno riconosciuto fra i più grandi pugili di ogni tempo.
Nessun commento:
Posta un commento