Sabato 18 giugno, alle ore 21,00 nel Piazzale del Pavaglione
di Lugo sesto appuntamento dello “Scrittura Festival” con lo scrittore Ermanno
Cavazzoni che narrerà le vite surreali ed avventurose de “Gli eremiti del
deserto” (edito da Quodlibet) in una serata con letture e musiche in cui lo
scrittore emiliano che tanto ispirò Federico Fellini sarà accompagnato da
Vincenzo Vasi al teremin e da Valeria Sturba al violino.
Questo libro racconta le vite, in parte leggendarie, di
eremiti e santi anacoreti vissuti tra il III e il IV secolo d.C., nei deserti
di Egitto, Palestina e Siria. Stavano in grotte o piccole capanne di foglie di
palma, ma soprattutto fra le rovine dei templi pagani; bastava una polla
d’acqua, una pianta di datteri, o un po’ di pane, di erba o di lenticchie. In
media vivevano fino a 100 anni (Antonio fino a 105, Paolo a 113). E lì
arrivavano le tentazioni demoniache, che erano fantasiose apparizioni,
inconsistenti: applausi, vagiti, fracasso di carri su un acciottolato, oro,
voci di femmine, animali, suoni di cornamusa, che dovevano distrarre il monaco,
come un teatrino allucinatorio o una sorta di tv demoniaca, piena delle
sciocchezze del mondo. Simeone, per non avere disturbi, stava in cima a una
colonna di 18 metri, e da lì guariva paralitici e storpi. Altri stavano in una
tomba, in una gabbia, in una cassa, oppure esposti alle intemperie, in una
sorta di gara ginnica di resistenza. Furono storie molto diffuse in Oriente e
Occidente, ancora leggibili con stupore (e forse una piccola dose d’invidia).
Ermanno Cavazzoni, nato nel 1947 a Reggio Emilia, vive a
Bologna dove insegna all’Università. Ha scritto libri di narrativa, ma sempre
piuttosto anormali, che infatti lui stesso non sa come classificare, se non
come sfoghi di maniacalità. «Mi vengono così – dice – dovete scusare». Ha scritto Il poema dei lunatici (1987, dal quale Federico
Fellini ha tratto il suo ultimo film La voce della luna), Le tentazioni di
Girolamo (1991), Vite brevi di idioti (1994), Cirenaica (1999), Gli scrittori
inutili (2002), Storia naturale dei giganti (2007), e altre cose qui e là, tra
cui Morti fortunati (2002). Quel po’ che ha imparato dice che l’ha imparato da
Federico Fellini e da Gianni Celati, «lavorando con loro a bottega».
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