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lunedì 15 febbraio 2010

"La santità del corpo" di IVANO NANNI

Sull'incontro con Pier Paolo Giannubilo di venerdì 12 gennaio. Io non so quello che si può dire a proposito dell'uomo con gli spilli sotto pelle e vaganti per il corpo, non so che dire dell'uomo istrice, del bambolotto di pezza da rito satanico, e nemmeno delle diavolerie che ci sono dietro la sua infausta vita stuprata dalle credenze arcaiche di una fattucchiera e del suo amante ignorante, però è di grande chiarezza il quadro complessivo. Giù, in basso, in una provincia che somiglia a tutte le province del mondo e a certi cubicoli metropolitani non esenti da infezioni arcaiche ci sono persone che chiacchierano con i demoni, che non sanno e non vogliono sapere nulla del mondo degli altri, che vivono perfino ai margini di se stessi, dentro a una bolla di malignità, di ossequi untuosi, di cattiverie inaudite, di micidiali inganni orchestrati con lo scopo di guarire uccidendo. Davanti al problema della guarigione dal male la scienza si pone in un modo articolato, complesso, discutibile, e differentemente affrontato a seconda delle latitudini; a culture diverse, modalità diverse di prendere il male per le corna, c'è sempre il diavolo di mezzo, c'è chi lo combatte come fa la medicina o chi cerca di scacciarlo come fa la chiesa con gli esorcismi o la donna delle caverne abruzzese o del cubicolo metropolitano che legge nelle carte e negli astri una soluzione a un problema di salute. Accanto a un metodo di lavoro codificato nel tempo, ci stanno i rituali di mondi paralleli che s'inventano delle modalità di combattimento che interrano le loro radici nel fondo millenario della superstizione. La signora maga non ha esitato davanti alla prospettiva di salvare il suo amore malato a mezzo di un innocente, e questo fa parte della rete di sangue che inzuppa la nostra storia; per molto tempo si sono sacrificati innocenti per salvare qualcuno che non meritava di vivere, le epoche passate sono zeppe di questi miracoli al contrario; il fatto, per questi infetti amorali, non costituisce reato, è una semplice modalità magica atta a ristabilire un equilibrio perduto attraverso la sofferenza di innocenti. È importante che sia un innocente, un bambino, così come erano martirizzati i santi che riscattavano il male dell'umanità con il martirio, il piccolo martire, S. Emanuele, deve concentrare su di sé il male altrui e di questo morirne. Il percorso del bambino è già un tormento prima che muova i primi passi: egli nasce come frutto del peccato, non è voluto, è in dis-grazia, fuori dall'occhio benevolo del Signore il percorso del bambino è segnato, egli non sa che ignoranza e superstizione stanno affilando le lame destinate al suo corpo, è la vittima predestinata ai demoni e alle serpi del sottobosco della miseria, tra ladri e farabutti, la sua vita è segnata da una miriade di punture infette, così le chiamano i nazi-maghi dell'oltretomba, attraversa il fitto campionario dell'inferno tra tormenti indicibili, viene salvato da una Maria Maddalena in grazia divina, che compie finalmente un atto strano, d'amore, quasi un difetto tra tutto quell'orrore, approda in un limbo di normalità dove alcune anime buone e sante lo portano a conoscere la luce della vita, poi infine l'incontro con una donna grande come Madre Teresa di Calcutta che salva il suo S. Sebastiano trafitto dai dardi dei carnefici, per fortuna imprigionati in un avello infuocato, e se lo tiene stretto al petto prendendo su di sé tutte le sue lacrime: è la mitigazione del tormento, è la nuova vita, non so se è il suo paradiso, certo è che egli si eleva oltre il suo destino che non prevede la vendetta, ma il perdono, e sempre comunque con sofferenza immensa, la rimozione del ricordo di quel tempo infausto. di Ivano Nanni

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