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Sala conferenze - Hotel Ala d'Oro

Via Matteotti, 56 - 48022 Lugo di Romagna - (Ravenna) - Italia
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venerdì 26 febbraio 2010

Lunedì 1 marzo - BENEDETTA TOBAGI a Caffè Letterario

Lunedì 1 marzo alle ore 21,00 nella sala conferenze dell’Hotel Ala d’Oro con la giornalista Benedetta Tobagi che presenterà il suo libro “Come mi batte forte il tuo cuore” dedicato alla figura del padre Walter Tobagi assassinato dalla “Brigata XVIII marzo” nel 1980, Caffè Letterario apre un piccolo ciclo di due incontri, organizzati con la collaborazione dell’Istituto Storico della Resistenza di Ravenna, incentrati sugli anni bui della Repubblica, quegli anni 70/primi 80 funestati dal terrorismo e dall’eversione. Protagonista del secondo incontro, sabato 6 marzo alle ore 17,30 nella sala conferenze della CNA di Lugo, sarà Umberto Ambrosoli che col suo libro “Qualunque cosa succeda” racconta la storia del padre Giorgio, commissario liquidatore della Banca Privata di Michele Sindona ucciso a Milano da un killer la notte tra l’11 e il 12 luglio 1979. A introdurre la serata con Benedetta Tobagi , che terminerà con il consueto brindisi finale con i vini in degustazione, saranno Cinzia Venturoli (direttrice del CEDOST, Centro di documentazione storico-politica sullo stragismo di Bologna) e lo storico Alessandro Luparini. Quella di Walter Tobagi è stata una delle voci più profonde della storia del giornalismo italiano, una di quelle voci che, con la complicità di una mente acuta, di un’intelligenza brillante e di un forte senso della professionalità e dei valori civili, avrebbero potuto dare molto al nostro paese, quest’oggi così privo di personalità del genere, soprattutto nel mondo del giornalismo. Roberto Saviano, che di questo libro ha scritto su Repubblica una bella recensione, ricorda “Tobagi non era un giornalista d’inchiesta. I terroristi non uccisero giornalisti d’inchiesta, ma giornalisti come Carlo Casalegno e, appunto, Walter Tobagi che analizzavano le questioni, davano nomi e interpretazioni. Non rivelazioni di nuovi elementi. E questo li condannava a morte. “Scrivere chiaro è difficile” diceva Walter Tobagi. Giornalisti che analizzano le questioni, che fanno nomi, che danno interpretazioni, giornalisti il cui primo attributo è l’onestà intellettuale: dal giorno della morte di Walter Tobagi sono passati quasi trent’anni ormai, da allora di giornalisti come lui ne nascono sempre di meno, forse rieleggerne la storia, ripercorrere le cause che ne hanno decretato la condanna morte (sua come di molti altri giornalisti i cui nomi dimentichiamo purtroppop facilmente) può contribuire a migliorare la grottesca situazione in cui versa il giornalismo italiano. Link alla recensione del libro di ROBERTO SAVIANO apparsa su "La Repubblica" del 2/11/09

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