Mercoledì 3 aprile, alle ore 21.00 nella Sala Conferenze dell’Hotel
Ala d’Oro, primo incontro del mese di Caffè Letterario con l’antropologo
torinese Alberto Salza che presenterà il suo ultimo saggio “Eliminazioni di
massa. Tattiche di controgenocidio” edito da Sperling & Kupfer nel 2012. A
introdurre la serata che si concluderà con il consueto brindisi offerto a tutti
i presenti, sarà la curatrice di Caffè Letterario Patrizia Randi.
Ogni volta che si parla di genocidio tutti noi pensiamo a
un'anomalia della Storia, un'eccezione non ripetibile. Dal Rwanda alla Shoah,
dal Darfur all'ex Jugoslavia, gli stermini di massa sono però troppo frequenti
per essere considerati una devianza. Non solo: il fatto di ritenerli
un'aberrazione è per molti versi - assolutorio, mentre un genocidio si può non
solo prevedere, ma anche prevenire, a patto che si riesca a capire. In realtà
la chiave per smontare il meccanismo quasi fatale che conduce alla catastrofe
sta nella semplice frase "bisogna pure fare qualcosa". È solo così
che lo spettatore passivo può trasformarsi in soccorritore, e la spirale di
odio generata dal disprezzo può essere interrotta. Allo scopo di indagare i
confini, le caratteristiche comuni a tutti i massacri e soprattutto individuare
le modalità per bloccare un processo che dall'intolleranza porta allo
sterminio, gli autori hanno creato un'eliminazione di massa "da
laboratorio", un mosaico di tutti i genocidi della Storia, entro cui si
muovono i personaggi che - più o meno attivamente - concorrono al genocidio:
ideatori, perpetratori, collaboratori, spettatori, manipolatori, studiosi e
vittime, in tutte le loro declinazioni. Assumendo i punti di vista dei diversi
attori, possiamo delineare le istruzioni tattiche da applicare nella vita
quotidiana. Perché il genocidio ci riguarda molto da vicino: anche se ci
sentiamo impermeabili all'odio, l'odio può coinvolgerci in maniera inaspettata.
Nato a Torino nel 1944, Alberto Salza, dopo gli studi in fisica si è mutato in
antropologo free lance. Ha compiuto numerose missioni scientifiche sul campo,
dal Sudafrica al Belize, dalle Montagne Rocciose canadesi allo stretto di
Bering. Da quarant'anni studia le strategie di sopravvivenza in Africa, in
particolare nella zona del lago Turkana: dalle problematiche dei nomadi alla
ricostruzione dell'origine della cultura di quattro milioni di anni fa.
Ha collaborato con varie università, organizzazioni umanitarie e
istituzioni, fra cui il Ministero degli Affari esteri, l'Unione europea e le
Nazioni Unite. Collabora con numerose riviste scientifiche e divulgative, fra
cui Le Scienze, D di Repubblica, Airone, Focus e ha pubblicato diversi libri.
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