Più di cento persone hanno assistito ieri sera lunedì 8
aprile all’incontro con Luciana Castellina che ha presentato il suo libro “Siberiana”
edito da Nottetempo. La serata è stata introdotta dal curatore di Caffè
Letterario Marco Sangiorgi e si è conclusa come sempre con il rituale brindisi
finale offerto a tutti i presenti.
La prima volta che Luciana Castellina è andata a Mosca era il 1957, Krusciov
aveva appena rivelato i crimini di Stalin e al Cremlino si entrava e usciva
liberamente per ascoltare le orchestrine jazz. Era l'epoca in cui Occhetto era
un ragazzo e Sandro Curzi aveva ancora tutti i capelli in testa. In oltre
cinquant'anni la militante politica, giornalista, scrittrice Castellina in Urss
è andata spesso. Da compagna fino al '69, e dopo l'espulsione dal Pci con più
difficoltà. Sosteneva che il comunismo sovietico non era riformabile e aveva
fondato il Manifesto con un gruppo che quattro anni dopo, nel 1974, avrebbe
dato vita al PdUp.
Un'"eretica", una pericolosa sovversiva cui andava
negato il visto. C'era voluta tutta la forza del sindaco di Roma (comunista)
Argan per farla partecipare al gemellaggio Roma-Mosca nel 1976, anche se da
sorvegliata speciale, perché il Kgb temeva che seminasse la rivolta. Con la
caduta del muro, la Castellina è tornata diverse volte in Russia. L'ultima nel
settembre dello scorso anno, in occasione della Fiera del Libro di Mosca, per
un viaggio in Transiberiana, il treno mitico quanto l'Orient Express, che
attraversa tutta la Russia, da Mosca a Vladivostok, novemila chilometri che
legano l'Europa all'Asia. Il gruppo di dieci italiani, tra cui Angelo Guglielmi,
ha condiviso notti in treno e soste in albergo, in città per noi ai confini del
mondo. Ne è nato Siberiana, un libro divertente che punta il dito sui paradossi
di questo immenso Paese di cui abbiamo perso la memoria. Ecco le immagini della serata.
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